LO AVEVANO TANTO AMATO : P.C.I. 100 anni, 2021/1921


LO AVEVANO TANTO AMATO, P.C.I., 100 anni (2021/1921), film documentario in sviluppo.
Soggetto: Ludovica Tortora de Falco, Hugues Le Paige
Trattamento: Hugues Le Paige
Produzione: Arapán Film Doc Production, 2020

La partecipazione degli italiani alla vita del partito comunista : il quotidiano vivere delle sezioni, nei quartieri e nelle campagne. Un documentario di materiali di archivio a 100 anni dalla nascita del più importante partito comunista d’occidente (1921 – 2021).

Perché e Come raccontare i 100 anni (1921- 2021) dalla nascita del PCI ?
È certo che storici, politologi e giornalisti vi dedicheranno articoli, libri, e perché no anche film.
Non si tratta per noi quindi solo di aggiungere un mattoncino a queste opere, ma di proporre un punto di vista originale per trattare questo capitolo importante della storia italiana ed europea : il posto che occupava il partito, per coloro che vi aderivano, era infatti del tutto specifico.

LE PERSONE
Ci proponiamo di raccontare questa particolarità del comunismo italiano – questo « comunismo democratico » come lo chiamava Berlinguer – rivolgendo lo sguardo alla partecipazione dei militanti alle attività del partito, perché era questo per loro al tempo stesso una famiglia o luogo sicuro, e un luogo di formazione non solo politica, anche intellettuale, personale (la « nostra università » dicevano addirittura alcuni).

Sembra opportuno partire da qui : in « Ladri di biciclette » per tentare di ritrovare il suo indispensabile strumento di lavoro che gli è stato appena rubato, il protagonista del film di Vittorio De Sica si rivolge al commissariato di polizia dove liquidano la questione, rimandandolo a casa privo di speranza di ritrovamento. Cosa fa allora Antonio Ricci, il proletario disperato ?

Raggiunge la sezione locale del PCI della periferia popolare di Roma dove abita, a Val Melaina, alla ricerca di aiuto e conforto.  « Ladri di biciclette », film considerato l’archetipo del neorealismo italiano è del 1948. E più di un lungo discorso questa sequenza del film illustra benissimo il posto che occupava il PCI negli anni 50, e che rimarrà il suo ancora per lunghi anni.

Andiamo allora a dare un volto e un nome a coloro che in quelle sezioni hanno costruito la loro vita quotidiana e preso respiro per dare fiato alle loro speranze.

IL QUADRO STORICO.
Il PCI nasce nel 1921, con il nome di Partito Comunista d’Italia, a Livorno e si scioglie ufficialmente il 3 febbraio del 1991 ; una storia lunga e intensa, nel corso della quale ha conosciuto anche momenti di serie crisi interne (come gli interventi armati dell’Unione Sovietica in Ungheria nel 1956, e in Cecoslovacchia nel 1968, e il conflitto Cina-URSS nel maggio del 68) accompagnate dal peso delle numerose polemiche, così come ha sperimentato lacerazioni e allontanamenti. E come tutti i partiti comunisti ha conosciuto anche le derive della burocrazia.

Tutto ciò non toglie che, con risultati alterni, il PCI rimane dominante e in una posizione egemonica in seno alla sinistra fino alla metà degli anni ‘70, con due successi maggiori nel ‘75 alle regionali e nel ‘76 alle legislative. Il partito di Enrico Berlinguer e dell’eurocomunismo faceva sognare la sinistra europea.

Nel giugno del 1984, la morte di Berlinguer, colpito da un attacco cardiovascolare nel corso di un incontro per la campagna alle elezioni europee, segna senza dubbio l’inizio della fine di una Storia.  A Roma, i funerali del dirigente riuniscono due milioni di italiani : col senno di poi appaiono come il canto del cigno del PCI.

La crisi degli anni 80, il trionfo dell’ultraliberalismo aveva già cominciato a produrre i suoi effetti, anche in seno al PCI. La partecipazione dei militanti scema, i dirigenti si confondono con la società dominante.

Ma anche se l’auto dissoluzione del PCI nel 1991 é stato un trauma profondo per i suoi militanti e simpatizzanti in Italia come altrove, è sempre viva un’immagine forte e senza dubbio in parte a tratti mitica di quel che fu il più grande partito comunista del mondo occidentale.
Il nostro film, costruito con il materiale disponibile degli archivi italiani, ripercorre le diverse tappe della storia del PCI.

Dalla sua nascita nel gennaio 1921 a Livorno, come parte minoritaria sorta dalla scissione del PSI, fino alla sua liquidazione nel 1991, passando per i contributi ideologici, ancora oggi dibattuti, di Antonio Gramsci, la costruzione di una strada italiana al socialismo, avviata da Palmiro Togliatti e compiuta da Enrico Berlinguer.  Il film tratta anche l’aspetto dell’evoluzione di un partito, composto da professionisti e militanti nel periodo ante-guerra, a un partito di massa forgiato in seno alla resistenza antifascista, e che sviluppa la sua potenza (quasi due milioni di membri) dopo la Liberazione. Ampio spazio verrà dato anche alla sua « egemonia culturale » che, seppur ben reale, non riuscirà mai a tradursi in una partecipazione al potere centrale, pur avendo il controllo in numerose città e regioni. Daremo infine rilievo ai tentativi abortiti del compromesso storico e dell’eurocomunismo.

Gli ampi capitoli della vita del PCI, e le grandi tappe storiche  che fanno da cornice, indispensabile alla ricostruzione storica, saranno raccontati sinteticamente, attraverso le immagini classiche di archivio della politica : discorsi, grandi eventi, personale dirigente, riunioni etc.

Quel che ci preme soprattutto è narrare la partecipazione dei militanti « di base » all’attività politica, il loro sentimento, il loro coinvolgimento personale e quotidiano. È la loro parola che sarà al centro del film, e che darà corpo all’identità stessa del PCI.

Sono numerosi i film documentari e anche di finzione che hanno tentato di far emergere questa realtà in alcuni periodi specifici. Esiste molta documentazione visiva presso fondazioni e istituti. Cercheremo lì le scene di vita quotidiana del partito, i dibattiti, le feste e gli incontri, i conflitti e gli stati d’animo di questi(e) militanti, che saranno gli « eroi » a volte vittoriosi e spesso sconfitti di un’esperienza politica senza eguali.

Copyright FONDAZIONE GRAMSCI

© Arapán Film Doc Production 2020

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